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La vista è uno dei sensi principali del cavallo, e conoscere come funziona il suo apparato visivo aiuta a interpretare meglio molte delle sue reazioni, soprattutto quelle che a noi umani possono sembrare improvvise o “inspiegabili”. Capire come e cosa vede un cavallo è fondamentale per chi lo alleva, lo monta, lo addestra o semplicemente lo ama.

Un campo visivo straordinario

Il cavallo ha una delle visioni periferiche più ampie del regno animale. Grazie alla posizione laterale degli occhi, il suo campo visivo copre circa 340°: può vedere praticamente tutto ciò che lo circonda, davanti e di lato, con due piccole zone cieche:

  • Una zona cieca frontale, stretta e immediatamente davanti al naso.
  • Una zona cieca posteriore, proprio dietro la coda.

Questo significa che per guardare direttamente qualcosa davanti a sé, il cavallo deve inclinare leggermente la testa. Inoltre, è per questo motivo che avvicinarsi da dietro senza avvisare può essere pericoloso: non vedendoci, potrebbe spaventarsi e reagire d’istinto.

Visione monoculare e binoculare

I cavalli vedono in due modalità:

  • Visione monoculare: quando usano un solo occhio per guardare ai lati. Questo permette loro di avere una visione panoramica, ma meno dettagliata.
  • Visione binoculare: quando usano entrambi gli occhi contemporaneamente per guardare davanti a sé. È utile per la profondità e la messa a fuoco, ma riguarda un campo visivo molto più ristretto.

Il passaggio tra queste due modalità può causare brevi momenti di disorientamento, per esempio quando il cavallo si avvicina a un ostacolo o a un oggetto nuovo: da lontano lo guarda con un occhio, da vicino deve “rimetterlo a fuoco” con entrambi. Questo può spiegare perché a volte si blocca o si spaventa all’improvviso, anche di fronte a qualcosa che sembrava aver già visto.

E i colori? Sì, ma non come noi

Contrariamente a una credenza comune, i cavalli non vedono in bianco e nero. Vedono i colori, ma in modo diverso dagli esseri umani. Sono dicroici, cioè hanno due tipi di coni nella retina (contro i tre degli umani), e questo significa:

  • Distinguono bene il blu e il verde.
  • Hanno difficoltà a percepire il rosso e le sue sfumature: un oggetto rosso può apparire grigio, marrone o indistinto.
  • Alcuni contrasti, che a noi sembrano evidenti, per loro possono essere impercettibili.

Per esempio, un ostacolo rosso su fondo marrone potrebbe “scomparire” ai suoi occhi, rendendo più difficile il salto o la valutazione delle distanze.

Una visione ottimizzata per la sopravvivenza

La vista del cavallo si è evoluta in funzione del suo ruolo originario di animale da preda. Il suo sistema visivo è perfetto per:

  • Individuare movimenti rapidi da lontano, anche minimi.
  • Vedere bene in penombra (migliore della nostra visione crepuscolare).
  • Essere sempre all’erta, anche durante il pascolo o il riposo.

Questo spiega anche la naturale diffidenza verso oggetti o cambiamenti improvvisi nell’ambiente: una giacca appesa a un recinto, una pozzanghera o una luce riflessa possono generare reazioni di allerta.

Cosa possiamo fare noi

Conoscere le caratteristiche della vista equina ci permette di comunicare meglio con il cavallo e di adattare il nostro comportamento:

  • Non avviciniamoci mai in silenzio da dietro.
  • Rispettiamo i tempi del cavallo quando osserva qualcosa: dargli modo di mettere a fuoco lo aiuta a rilassarsi.
  • In allenamento, consideriamo i suoi limiti visivi nella scelta dei colori, dei contrasti e degli oggetti utilizzati.

Conclusione

Gli occhi del cavallo sono strumenti straordinari, progettati dalla natura per garantirgli sicurezza e sopravvivenza. Non vedono come noi, e proprio per questo dobbiamo imparare a “vedere con i loro occhi” per instaurare un rapporto più profondo, sicuro e rispettoso.

La vista del cavallo è una finestra sul suo mondo: impariamo ad affacciarci con attenzione e sensibilità.