Uno degli aspetti più curiosi e, al tempo stesso, problematici della fisiologia del cavallo è l’incapacità di vomitare. Questa caratteristica, che lo distingue da molti altri mammiferi, è dovuta a peculiarità anatomiche e funzionali del suo sistema digerente. Ma perché il cavallo non può espellere il contenuto dello stomaco? E quali implicazioni ha questo fatto sulla sua salute? Scopriamolo insieme in questo articolo.
Anatomia e fisiologia: le ragioni dietro l’impossibilità di vomitare
Il motivo principale per cui un cavallo non può vomitare risiede nella struttura e nel funzionamento del suo apparato digerente, in particolare dello sfintere esofageo inferiore (o cardias). Questo muscolo, che collega l’esofago allo stomaco, è estremamente forte nei cavalli e si chiude con grande fermezza.
Nei mammiferi che possono vomitare, il cardias si rilassa quando necessario per permettere al contenuto dello stomaco di risalire attraverso l’esofago. Nei cavalli, invece, questo muscolo non si rilassa mai abbastanza per consentire il reflusso del cibo o dei succhi gastrici.
Inoltre, il cavallo possiede uno stomaco relativamente piccolo e con una forma particolare, progettato per contenere il cibo solo temporaneamente prima che venga trasferito nell’intestino. La combinazione di questi fattori rende l’atto del vomito fisicamente impossibile.

Un’adattamento evolutivo?
Questa caratteristica potrebbe essere il risultato di un adattamento evolutivo. I cavalli sono animali da pascolo, progettati per nutrirsi continuamente di piccole quantità di cibo. L’impossibilità di vomitare potrebbe aver rappresentato un vantaggio per prevenire reflussi acidi cronici o rigurgiti durante il pascolo. Tuttavia, questa stessa peculiarità rende i cavalli più vulnerabili a problemi digestivi gravi.
Le implicazioni per la salute del cavallo
L’incapacità di vomitare significa che, in caso di indigestione, colica o ingestione di sostanze tossiche, il cavallo non può eliminare fisicamente il contenuto dello stomaco. Ciò può portare a condizioni potenzialmente letali, come:
1. Coliche Gastriche: La distensione dello stomaco causata da gas o cibo in eccesso può provocare dolore intenso e, nei casi più gravi, la rottura dello stomaco.
2. Avvelenamenti: Se un cavallo ingerisce una sostanza tossica, non può espellerla tramite il vomito, il che amplifica il rischio di intossicazione sistemica.
3. Reflusso Secondario: In rari casi, il contenuto dello stomaco può risalire nell’esofago senza essere espulso, causando danni ai tessuti e dolore.
Prevenzione e gestione dei rischi
La cura e la gestione dell’alimentazione e dell’ambiente del cavallo sono essenziali per prevenire problemi legati alla sua incapacità di vomitare. Ecco alcune strategie chiave:
1. Alimentazione Frazionata: Evitare di somministrare pasti troppo abbondanti. I cavalli devono mangiare frequentemente piccole quantità di cibo.
2. Qualità del Foraggio: Assicurarsi che il fieno e l’erba siano privi di muffe, polveri o sostanze tossiche.
3. Evitare Sostanze Tossiche: Monitorare attentamente l’ambiente per prevenire l’ingestione di piante velenose, come oleandro o tasso.
4. Acqua Fresca e Pulita: Un’idratazione adeguata aiuta il corretto funzionamento del tratto digestivo.
5. Riconoscere i Segnali di Colica: Sudorazione eccessiva, nervosismo, postura anomala e tentativi di calciarsi l’addome possono essere segnali di un problema grave.

Cosa fare in caso di emergenza
Se un cavallo manifesta segni di disagio digestivo, è fondamentale agire rapidamente. Chiama il veterinario il prima possibile, poiché la tempestività può fare la differenza tra la vita e la morte del cavallo. I trattamenti possono includere l’utilizzo di farmaci per ridurre la pressione nello stomaco o, nei casi più gravi, un intervento chirurgico.
Conclusione
L’incapacità del cavallo di vomitare è una caratteristica unica che richiede attenzione e cura da parte dei proprietari. Comprendere questa peculiarità e le sue implicazioni aiuta a prevenire situazioni pericolose e a garantire il benessere dell’animale. Prendersi cura di un cavallo significa, anche e soprattutto, conoscere le sue vulnerabilità per proteggerlo nel modo migliore.